venerdì 31 maggio 2013

L'abduzione nel sistema dei sillogismi

Sherlock Holmes di Jordi Bernet

L'abduzione nel sistema dei sillogismi

Ho scritto il presente articolo mentre lavoravo alla stesura di DylanDog e Sherlock Holmes: indagare l'incubo. Non lo ho inserito integralmente nel libro per il timore di andare fuori tema.

L'abstract di Dylan Dog e Sherlock Holmes: indagare l'incubo.


1. Sherlock Holmes si serve dell’abduzione?
2. Il ragionamento di Sherlock Holmes è un sillogismo disgiuntivo?
3. L’abduzione è un sillogismo disgiuntivo?
4. Falsificazione
5. La premessa minore nell’abduzione di Peirce
6. Sherlock Holmes fa abduzioni, sillogismi disgiuntivi o paralogismi?
7. Funzionamento dell’abduzione


1. Sherlock Holmes si serve dell’abduzione?

In un saggio pubblicato nell'antologia Il segno dei tre1, Thomas Sebeok e Jean Umiker-Sebeok sostengono che il tipo di sillogismo utilizzato da Sherlock Holmes nelle opere scritte da Arthur Conan Doyle non è la deduzione bensì l'abduzione. Per esporre il concetto di abduzione Sebeok e Umiker-Sebeok si rifanno alle opere di Charles S. Peirce, secondo il quale deduzione e abduzione devono essere formalizzate in questo modo:

Deduzione:
Regola: Tutti i fagioli contenuti in questo sacchetto sono bianchi;
Caso: Questi fagioli provengono dal sacchetto;
Risultato: Questi fagioli sono bianchi.

Abduzione:
Regola: Tutti i fagioli contenuti in questo sacchetto sono bianchi;
Risultato: Questi fagioli sono bianchi;
Caso: Questi fagioli provengono dal sacchetto.

Sebeok e Umiker-Sebeok, dopo avere esposto il concetto peirceano di abduzione, fanno un esempio nel quale Sherlock Holmes utilizza un sistema di abduzioni.
L’esempio è tratto da Il segno dei quattro. Sherlock Holmes, vedendo che le scarpe di Watson sono macchiate di un particolare fango rossiccio, inferisce che il suo amico ha spedito un telegramma. Holmes sa che nei dintorni quel particolare tipo di terra è presente solo fuori da un certo ufficio postale dove in quel periodo vengono fatti dei lavori di sistemazione della pavimentazione stradale. Sa anche che ci si può macchiare solo entrando nell’ufficio postale. Inoltre sa che Watson possiede dei francobolli. Infine sa che Watson non ha scritto una lettera perché è stato tutto il giorno in sua compagnia e non lo ha visto scrivere.

Sherlock Holmes fa una prima abduzione:
Premessa maggiore: Entrando nell’ufficio postale ci si può macchiare le scarpe di quel particolare fango.
Premessa minore: Watson ha le scarpe macchiate di quel particolare fango.
Conclusione: Watson è entrato nell’ufficio postale.

Questo sillogismo ha natura abduttiva perché Sherlock Holmes non può essere sicuro della validità della premessa maggiore: Watson potrebbe essere andato fuori città (le conoscenze dei tipi di terreno da parte di Holmes sono limitate a Londra) oppure, proprio quella mattina, il terreno rimosso dal cantiere potrebbe essere stato trasportato in un'altra zona di Londra dove Watson si è recato e si è macchiato.

Successivamente, ormai convinto che Watson sia stato nell’ufficio postale, Sherlock Holmes formula tre ipotesi alternative: Watson è entrato nell’ufficio postale per inviare un telegramma, acquistare dei francobolli oppure spedire una lettera. Siccome Watson non ha scritto lettere (Holmes è stato in sua compagnia tutto il giorno e non lo ha visto scrivere lettere) e non ha bisogno di acquistare francobolli (Watson ne ha a casa), Holmes deduce che ha inviato un telegramma.
Considerando l’ipotesi che Watson sia entrato nell’ufficio postale per una commissione di corrispondenza, Holmes ne deduce (in senso peirceano) che si debba trattare di spedire lettere, o di acquistare francobolli e/o cartoline postali o per spedire un telegramma. Poi verifica sistematicamente ognuna di queste congetture, arrivando in fretta a quella che si rivela corretta.2

Questo ragionamento, secondo Sebeok e Umiker-Sebeok, è un’abduzione perché Watson potrebbe essere entrato nell’ufficio postale per motivi diversi da quelli presi in considerazione da Sherlock Holmes. Per esempio potrebbe essere entrato nell'ufficio postale per salutare un amico oppure (ipotesi mia) potrebbe non avere spedito il telegramma per colpa di un guasto al telegrafo.
A proposito di questo passo de Il segno dei quattro, Umberto Eco scrive che « poiché mancano a Watson il 93 per cento dei motivi per andare all’ufficio postale, [Sherlock Holmes] decide che proprio per questo Watson ci è andato per il restante 7 per cento dei motivi. Una soluzione al 7 per cento decisamente allucinatoria. »3

The Maximortal di Rick Veitch


2. Il ragionamento di Sherlock Holmes è un sillogismo disgiuntivo?

Renato Giovannoli, nel saggio Elementare, Wittgenstein! Filosofia del racconto poliziesco, interpreta il passo de Il segno dei quattro come un’applicazione del sillogismo disgiuntivo.

Il sillogismo disgiuntivo:
Premessa maggiore: Chi va all’ufficio postale spedisce lettere o telegrammi, oppure acquista francobolli o cartoline postali.
Premessa minore: Egli non ha spedito lettere, né ha acquistato cartoline o francobolli.
Conclusione: Egli ha spedito un telegramma.

A proposito dell'ipotesi che quello di Holmes sia un sillogismo disgiuntivo, l’autore scrive questo commento:
Aggiungiamo però che, perché il metodo di esclusione equivalga effettivamente a un sillogismo, cioè a una vera deduzione, bisogna porre la condizione che l’enumerazione di possibilità della premessa maggiore sia completa, cioè che non vi siano altre possibilità non contemplate, situazione ideale che non corrisponde alla gran parte dei casi empirici.4

Victorian Undead di Ian Edginton, Davide Fabbri e Tom Mandrake


3. L’abduzione è un sillogismo disgiuntivo?

Ritorniamo all’esempio dei fagioli bianchi utilizzato da Peirce per esporre la differenza fra deduzione e abduzione. D'ora in poi sostituirò la terminologia di Peice (“regola”, “caso” e “risultato”) con “premessa maggiore”, “premessa minore” e “conclusione”.

Abduzione:
Premessa maggiore: tutti i fagioli contenuti in questo sacchetto sono bianchi;
Premessa minore: questi fagioli sono bianchi;
Conclusione: questi fagioli provengono dal sacchetto.

In questo procedimento logico c’è un’assenza nota di dati: sappiamo – diamo per scontato – che ci siano altri sacchetti di fagioli.
Una persona convinta che in tutto il pianeta Terra ci sia un unico sacchetto di fagioli bianchi chiamerebbe deduzione quella che sopra è stata presentata come abduzione. Provate a rileggere l’abduzione di Peirce assumendo come assioma che in tutta la Terra ci sia un unico sacchetto di fagioli bianchi e che non esistano fagioli bianchi al di fuori di quel sacchetto (tranne quelli presi in considerazione nella premessa minore): quel sillogismo diventa una deduzione.

La premessa maggiore nell’abduzione dei fagioli bianchi formulata da Peirce è incompleta. Sulla Terra ci sono molti sacchetti di fagioli bianchi dai quali potrebbero provenire i fagioli bianchi presi in considerazione nella premessa minore. Tuttavia nella premessa maggiore viene menzionato un unico sacchetto. La natura ipotetica dell’abduzione deriva dal fatto che chi fa questo sillogismo sa che non c'è un unico sacchetto pieno di fagioli bianchi.
Se esistesse un solo sacchetto di fagioli bianchi, allora verrebbe meno la natura ipotetica e quel sillogismo andrebbe qualificato come deduzione.

L’abduzione di Peirce dovrebbe essere scritta in questo modo:
Premessa maggiore: I fagioli bianchi possono provenire da questo sacchetto oppure da altri sacchetti.
Premessa minore: Questi fagioli sono bianchi.
Conclusione: Questi fagioli provengono da questo sacchetto (e non da altri).

Chi fa l’abduzione sa che ci sono tanti sacchetti di fagioli bianchi, quindi dovrebbe esplicitare questo dato all’interno del sillogismo.

Canon Fodder di Mark Millar e Chris Weston (da 2000 AD n. 861)


4. Falsificazione

Faccio un altro esempio per rendere più chiaro il mio ragionamento:
Deduzione:
Premessa maggiore: I cigni sono bianchi.
Premessa minore: Questo animale è un cigno.
Conclusione: Questo cigno è bianco.

Nel 1697 venne avvistato in Australia un cigno nero. Un esemplare di questa specie, prima di allora sconosciuta in Europa, venne catturato nel 1726, e infine la specie venne classificata da John Letham nel 1790.

Dal 1697 la premessa maggiore della deduzione è stata falsificata5. Prima di questa data chi poneva la premessa maggiore “I cigni sono bianchi” faceva un sillogismo vero perché basato su tutti i dati a disposizione a quel tempo. Dopo questa data, chi pone la premessa “I cigni sono bianchi” sa che esistono anche cigni neri, ma trascura volutamente questa ipotesi, oppure sbaglia perché ignora che sono stati scoperti dei cigni neri.

La scoperta del cigno nero impone un’aggiunta di dati a quella che prima del 1697 era una deduzione:
Premessa maggiore: I cigni sono bianchi o neri.
Premessa minore: Questo animale è un cigno.
Conclusione: ?

La conclusione “Questo cigno è bianco” è diventata impossibile dal punto di vista deduttivo. Per ottenere la conclusione “Questo cigno è bianco” oppure “Questo cigno è nero”6 bisogna sostituire “Questo animale è un cigno” con “Non bianco” oppure “Non nero”.
Concludere che “Questo cigno è bianco” servendosi della premessa minore “Questo animale è un cigno” significa fare un’abduzione.

The Red Kryptonite Menace! di Robert Bernstein e Kurt Swan (da Action Comics n. 283)


5. La premessa minore nell’abduzione di Peirce

La premessa minore del sillogismo disgiuntivo non deve contenere un’informazione che riguardi tutte le alternative formulate nella premessa maggiore. Se nella premessa maggiore ci sono n alternative, allora le alternative della premessa minore devono essere n-1.

Premessa maggiore: I cigni sono bianchi o neri.
Premessa minore: Questo animale è un cigno.
Conclusione: Questo cigno è bianco.

In questo sillogismo la premessa minore fornisce un’informazione che riguarda sia i cigni bianchi che quelli neri e quindi non permette di escludere una delle due categorie. Per questo motivo non può essere considerato un sillogismo disgiuntivo corretto.

Anche nell’abduzione di Peirce la premessa minore si accorda con tutte le ipotesi formulate nella premessa maggiore:
Premessa maggiore: I fagioli bianchi possono provenire da questo sacchetto oppure da altri sacchetti.
Premessa minore: Questi fagioli sono bianchi.
Conclusione: Questi fagioli provengono da questo sacchetto e non da altri.

E’ proprio il modo in cui è formulata la premessa minore che distingue l’abduzione di Peirce dal sillogismo disgiuntivo formulato in maniera corretta.
In presenza di premesse non conformi a quelle richieste dal sillogismo disgiuntivo si può parlare, a seconda dell’intenzione di chi esegue il sillogismo, di abduzione oppure di deduzione o sillogismo disgiuntivo affetto da paralogismo.
Il paralogismo è un errore logico involontario. Chi commette un paralogismo è convinto di avere fatto un ragionamento corretto e non si rende conto di avere sbagliato.
Chi fa un’abduzione invece è consapevole di non avere gli strumenti sufficienti per sciogliere la premessa maggiore e giunge alla conclusione sapendo che potrebbe essere sbagliata.

Abduzione:
Premessa maggiore: I cigni sono bianchi o neri.
Premessa minore: Questo animale è un cigno.
Conclusione: Questo cigno è bianco.
La conclusione è stata ottenuta sapendo che la premessa minore non è adatta a scremare le ipotesi alternative contenute nella premessa maggiore.

Sillogismo disgiuntivo affetto da paralogismo:
Premessa maggiore: I cigni sono bianchi o neri.
Premessa minore: Questo animale è un cigno.
Conclusione: Questo cigno è bianco.
La conclusione è stata ottenuta non sapendo che la premessa minore non è adatta a scremare le ipotesi alternative contenute nella premessa maggiore.

Deduzione affetta da paralogismo:
Premessa maggiore: I cigni sono bianchi.
Premessa minore: Questo animale è un cigno.
Conclusione: Questo cigno è bianco.
La premessa maggiore è incompleta. Da questo errore nell’esposizione dei dati deriva una deduzione apparentemente corretta. In realtà i dati completi (“I cigni sono bianchi o neri”) non permetterebbero di ottenere la conclusione “Questo cigno è bianco” sulla base della premessa minore “Questo animale è un cigno”.

Sillogismo disgiuntivo:
Premessa maggiore: I cigni sono bianchi o neri.
Premessa minore: Questo cigno non è nero.
Conclusione: Questo cigno è bianco.

Muppet Sherlock Holmes n. 1, copertina di David Petersen


6. Sherlock Holmes fa abduzioni, sillogismi disgiuntivi o paralogismi?

Si può capire se si è in presenza di un’abduzione o di un sillogismo disgiuntivo a seconda di come è formulata la premessa minore. Se la premessa minore non permette di escludere tutte le ipotesi della premessa maggiore tranne n ipotesi, e nonostante questo nella conclusione si selezionano n ipotesi, allora siamo in presenza di abduzione o di paralogismo.

Sillogismo disgiuntivo:
Premessa maggiore: Chi va all’ufficio postale spedisce lettere o telegrammi, oppure acquista francobolli o cartoline postali, oppure saluta un amico.
Premessa minore: Lei non ha spedito lettere, né ha acquistato cartoline o francobolli.
Conclusione: Lei ha spedito un telegramma oppure ha salutato un amico.

Abduzione:
Premessa maggiore: Chi va all’ufficio postale spedisce lettere o telegrammi, oppure acquista francobolli o cartoline postali, oppure saluta un amico.
Premessa minore: Lei non ha spedito lettere, né ha acquistato cartoline o francobolli.
Conclusione ipotetica: Lei ha spedito un telegramma.

Paralogismo:
Premessa maggiore: Chi va all’ufficio postale spedisce lettere o telegrammi, oppure acquista francobolli o cartoline postali, oppure saluta un amico.
Premessa minore: Lei non ha spedito lettere, né ha acquistato cartoline o francobolli.
Conclusione: Lei ha spedito un telegramma.

Questo ragionamento di Sherlock Holmes potrebbe essere un sillogismo disgiuntivo affetto da paralogismo oppure un’abduzione. La qualificazione del sillogismo come paralogismo o abduzione dipende dalla consapevolezza di Holmes dell’ipoteticità della conclusione “Lei ha spedito un telegramma”. Se Holmes è consapevole dell’ipoteticità, allora il ragionamento è un’abduzione. Altrimenti è un paralogismo. A me sembra un sillogismo disgiuntivo affetto da paralogismo.
Gli altri ragionamenti di Sherlock Holmes vanno valutati volta per volta per capire se sono abduzioni, deduzioni, sillogismi disgiuntivi o paralogismi.

Marvel Preview Presents Sherlock Holmes, copertina di Ken Barr


7. Funzionamento dell’abduzione

A mio parere l’abduzione dovrebbe essere formalizzata in questo modo:

Premessa maggiore: I fagioli bianchi possono provenire dal sacchetto A oppure dai sacchetti B, C, D o n.
Premessa minore: Questi fagioli sono bianchi e/o forse questi fagioli non provengono dai sacchetti B, C, D o n.
Conclusione: Forse questi fagioli provengono dal sacchetto A.

Ci sono tre modi di giungere alla conclusione: si può ipotizzare l’esclusione di n ipotesi formulate nella premessa maggiore; si può ipotizzare che la premessa minore si accordi con un’ipotesi della premessa maggiore; si può ipotizzare sia l’esclusione di n ipotesi formulate nella premessa maggiore sia che la premessa minore si accordi con un’ipotesi della premessa maggiore.

La differenza fra abduzione da una parte e sillogismo disgiuntivo e deduzione dall’altra sta nel fatto che i secondi sono più accurati7 della prima. Chi fa un’abduzione elimina tutte le ipotesi alternative della premessa maggiore tranne n senza esaminarle oppure senza avere a disposizione argomenti stringenti per eliminarle.
L’unica differenza fra deduzione e sillogismo disgiuntivo da una parte e abduzione dall’altra è che i primi due sono rigorosi mentre la terza è ipotetica.

Sherlock Holmes n. 1, copertina di John Cassaday


NOTE

1 Thomas Sebeok e Jean Umiker-Sebeok, «"Voi conoscete il mio metodo": un confronto fra Charles S. Peirce e Sherlock Holmes», in Umberto Eco e Thomas Seboek (a cura di), Il segno dei tre: Holmes, Dupin, Peirce, Bompiani, Milano, 1983.
2 Thomas Sebeok e Jean Umiker-Sebeok, «"Voi conoscete il mio metodo": un confronto fra Charles S. Peirce e Sherlock Holmes», in Umberto Eco e Thomas Seboek (a cura di), Il segno dei tre: Holmes, Dupin, Peirce, Bompiani, Milano, 1983, pag. 41.
3 Umberto Eco, «Ipotesi su tre tipi di abduzione», in Umberto Eco e Thomas Seboek (a cura di), Il segno dei tre: Holmes, Dupin, Peirce, Bompiani, Milano, 1983, pag. 257.
4 Renato Giovannoli, Elementare, Wittgenstein! Filosofia del racconto poliziesco, Medusa, Milano, 2007, pag. 89.
5 Karl Popper utilizza proprio l’esempio del cigno nero per introdurre la sua teoria della falsificazione.
6 La nuova premessa maggiore “I cigni sono bianchi o neri” rende invece deduttivamente possibile la conclusione “Questo cigno è bianco o nero”.
7 Sebeok e Umiker-Sebeok affermano che Sherlock Holmes è fortunato perché si serve con successo dell’abduzione. Io trovo che non sia molto più fortunato di chi si serve con successo della deduzione.
Con l’abduzione si ipotizza l’esclusione di ipotesi note dalla premessa maggiore. E’ vero che queste ipotesi non vengono escluse in via definitiva con argomentazioni stringenti, però si sa che queste ipotesi esistono e si può quantomeno soppesare la loro incidenza all’interno dell’abduzione.
Se le ipotesi note, pur creando un alone di incertezza, sono soppesabili a priori, le cause di falsificazione ignote sono imprevedibili e possono inficiare improvvisamente e inaspettatamente sia un’abduzione che una deduzione o un sillogismo disgiuntivo. Anche se si prendessero in considerazione tutte le alternative possibili, quando si fa un sillogismo disgiuntivo non si può essere sicuri che un giorno non sopraggiunga un’ulteriore alternativa che fino a quel momento era ignota. E quando si fa una deduzione non si può essere sempre sicuri che le premesse non vengano falsificate. La possibilità di falsificazione è un elemento ignoto e imponderabile che pende come una spada di Damocle tanto sulle deduzioni e i sillogismi deduttivi quanto sulle abduzioni.

mercoledì 29 maggio 2013

Zagor - Collezione Storica a Colori continua oltre il numero 71


La serie settimanale Zagor - Collezione Storica a Colori allegata a Repubblica e L'Espresso non si concluderà con il numero 71 come era stato annunciato lo scorso gennaio.
Moreno Burattini ha scritto nel suo blog che la serie andrà avanti a oltranza:
"dopo due “allunghi” seguiti alla prima programmazione che prevedeva trenta uscite, alcuni mesi fa avevamo data per certa la conclusione della collana con il volume 71, che avrebbe chiuso tutto il ciclo delle storie scritte nolittiane. Invece, tale è stato il riscontro del pubblico e così tante le richieste perché la serie proseguisse, che in effetti proseguirà. E, questa volta, non verranno posti paletti preventivi: andremo avanti finché continuerete a sostenerci."

Ken il guerriero con Corriere dello Sport e Tuttosport


Dal 10 giugno i quotidiani Corriere dello Sport e Tuttosport pubblicheranno in allegato la serie settimanale Ken il guerriero di Buronson e Tetsuo Hara.

Comunicato stampa

Da giugno uno dei protagonisti più famosi e amati dei fumetti giapponesi torna in tutte le edicole e le librerie italiane

La stella di Hokuto torna a brillare! In occasione del trentennale del personaggio, Panini Comics riporta sotto i riflettori KEN IL GUERRIERO, uno dei pilastri del manga moderno, pubblicando in una nuova edizione settimanale la serie classica, da anni assente nelle edicole, e la serie GAIDEN, completamente inedita in Italia e composta da storie sui personaggi principali della saga di Kenshiro.

Ken appartiene alla schiera di eroi della fantasia capaci di ottenere un successo crescente e ininterrotto che prescinde dalla latitudine e dall’età degli appassionati. Pubblicato per la prima volta in Giappone nel 1983 sulle pagine di Shonen Jump, e successivamente serializzato in 27 volumi, KEN IL GUERRIERO (in originale HOKUTO NO KEN) è diventato in breve tempo celeberrimo in tutto il mondo, grazie anche allo splendido adattamento animato prodotto da Toei Doga e Fuji Television.
Un successo sostenuto da cifre impressionanti: Shonen Jump nel periodo in cui ha presentato le avventure di Kenshiro ha venduto 6 milioni di copie alla settimana; la serie animata in Giappone ha raggiunte punte del 20% di share. Ken è stato protagonista di innumerevoli film di animazione, romanzi, videogiochi; da anni è conteso come testimonial pubblicitario dalle più grandi aziende nipponiche e non solo. Un successo internazionale e intergenerazionale che continua ancora oggi, tra nuove trasposizioni cinematografiche e videogames come il recente Fist of the North Star: Ken's Rage 2.

Il tema del manga, scritto da Buronson e disegnato da Tetsuo Hara, è noto. Un olocausto nucleare alla fine del XX secolo ha determinato, oltre che una terribile catastrofe ambientale, il crollo della civiltà così come la conosciamo, sprofondando il mondo in una nuova epoca buia. I sopravvissuti sono costretti a vivere in villaggi e assembramenti urbani in mezzo al deserto, continuamente minacciati da bande di spietati predoni. In questo scenario si muove Kenshiro, l’uomo dalle sette stelle sul petto, 64º successore della "Divina Scuola di Hokuto", un’antica scuola di arti marziali. Ken, che vaga su questa Terra distrutta alla ricerca della donna amata, è l’unica speranza per il futuro dell’umanità.

Panini Comics sotto, il marchio Planet Manga, pubblica a giugno i primi quattro volumi di KEN IL GUERRIERO e il primo volume di KEN LA LEGGENDA – RAOH IL CONQUISTATORE DEL CIELO.

KEN IL GUERRIERO è una nuova edizione, per la prima volta a cadenza settimanale, della serie classica, concepita per dare a tutti la possibilità di scoprire, o riscoprire, questa pietra miliare del fumetto mondiale; un capolavoro senza tempo che è ancora in grado di emozionare e coinvolgere. Una serie non solo da leggere, ma anche da conservare con cura nella propria collezione.

Insieme alla riproposta della serie originale, arrivano per la prima volta in Italia anche i Gaiden, volumi speciali, creati per celebrare la saga di Ken il Guerriero, con i suoi molti personaggi. Letture fondamentali per conoscere molte storie inedite, aspetti sconosciuti e importanti dettagli fin qui mai visti. Si parte con uno dei più forti e carismatici avversari di Ken, suo fratello Raoh, protagonista di KEN LA LEGGENDA – RAOH IL CONQUISTATORE DEL CIELO! Cinque volumi disegnati da Yuko Osada, che ci mostreranno una parte fondamentale della giovinezza di Raoh, e come lui sia riuscito a conquistare il potere. E questo è solo l’inizio: nei prossimi mesi arriveranno gli speciali dedicati a Rei, a Toki e molti altri! Ken La Leggenda sarà disponibile in una doppia edizione: normal e deluxe, quest’ultima arricchita dalla sovracopertina.

Preparati per un’estate piena di emozioni: Ken il Guerriero torna a combattere!

Schede tecniche:
KEN IL GUERRIERO 1
11,5x17,5, B., 200 pp., b/n • Euro 4,20

KEN LA LEGGENDA 1 – RAOH, IL CONQUISTATORE DEL CIELO 1 (DI 5)
13x18,8, B., 200 pp., b/n • Euro 4,50/6,50 Edizione Deluxe con sovraccoperta

Gli autori
Sotto il nome Buronson si nasconde lo sceneggiatore Yoshiyuki Okamura, noto anche con un altro pseudonimo, Sho Fumimura. Nato nel 1947, ha collaborato nel corso della carriera con disegnatori del calibro di Tetsuo Hara, Ryoichi Ikegami e Kentaro Miura. Nel 1983 arriva il grande successo con Ken il Guerriero (in originale Hokuto No Ken), in coppia con Tetsuo Hara. Tra le altre sue opere di rilievo ricordiamo Re Lupo e La Leggenda del Re Lupo, con i disegni di Kentaro Miura, e Sanctuary, con i disegni di Ikegami. Nel 2001 torna a lavorare con Tetsuo Hara per la serie Soten No Ken, nota in Italia come Ken il Guerriero Le Origini del Mito, edita sempre da Panini Comics.

Tetsuo Hara nasce nel 1961. Dopo aver fatto l’assistente per Yoshihiro Takahashi, si fa conoscere con la serie Mad Fighter, che anticipa i temi postapocalittici di Ken il Guerriero, grande  successo internazionale che realizza in coppia con Buronson a partire dal 1983. Successivamente disegna Cyber Blue, su testi di da Ruichi Mitsui e Hana no Keiji in coppia con Mio Aso. Nel 2001 torna a fare coppia con Buronson per Ken il Guerriero Le Origini del Mito. La carriera di Hara non è limitata al mondo dei fumetti. Ha illustrato infatti diversi romanzi, ha realizzato il character design di Saturday Night Slam Masters per la CAPCOM e ha aperto uno studio di animazione chiamato North Star Picture.

lunedì 27 maggio 2013

Presentazione di Dylan Dog e Sherlock Holmes: indagare l'incubo (da Dylandogofili n. 5)


Il presente articolo è stato pubblicato nel quinto numero della fanzine Dylandogofili uscito alla fine del 2012. Si tratta di una sorta di abstract del mio libro intitolato Dylan Dog e Sherlock Holmes: indagare l'incubo.



Dylandogofili n. 5 contiene anche un'intervista a Lola Airaghi, disegnatrice di Legs Weaver, Brendon e di una storia breve di Dylan Dog pubblicata nel sesto Dylan Dog Color Fest, un reportage su Narnia Fumetto 2012, un articolo sul lavoro che precede la pubblicazione di un fumetto della Bonelli e tre fumetti (Dylan Bob Hot Dog di Luca Boschi, Prove di morte di Nicola Rubin e L'uomo di china di Vincenzo Vitrano).

La rivista può essere acquista nelle fiere del fumetto alle quali partecipa l'Associazione Dylandogofili oppure contattando l'associazione attraverso il sito www.dylandogofili.com

Clicca qua per leggere le interviste e le recensioni.


Dylan Dog e Sherlock Holmes: indagare l'incubo

Dylan Dog e Sherlock Holmes: indagare l'incubo è un libro nel quale vengono analizzati a tutto tondo i fumetti di Dylan Dog scritti da Tiziano Sclavi.
Ho deciso di occuparmi in modo approfondito dell'opera di Sclavi quando ho notato che nei fumetti di Dylan Dog il creatore dell'indagatore dell'incubo aveva preso più volte le distanze dallo Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle. L'impressione iniziale, confermata successivamente, era che Dylan Dog fosse un'antitesi di Sherlock Holmes.
L'esempio principale è il motto di Dylan Dog (“Il mio metodo di indagine è di scartare tutte le ipotesi possibili. (…) Ciò che resta è molto più divertente, e guarda caso è il mio mestiere: l'incubo”), ottenuto capovolgendo una celebre affermazione di Sherlock Holmes (“Dopo avere eliminato l’impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità”).
Ne La dama in nero Dylan Dog afferma addirittura di non essere un detective deduttivo alla Sherlock Holmes:D'altronde, non sono certo Sherlock Holmes... Del metodo razionale di indagine non capisco niente... Sono solo uno che cerca di capire gli altri, uomini o mostri che siano...
La molla che mi ha spinto a scrivere il libro è stata la curiosità di capire per quale motivo Sherlock Holmes e Dylan Dog sono antitetici.
Ho trovato la risposta in Dylan Dog n. 3, Le notti della luna piena. In questo fumetto Tiziano Sclavi cita Friedrich Dürrenmatt, drammaturgo, romanziere e pittore conosciuto nell'ambito della letteratura gialla per avere scritto tre libri intitolati Il giudice e il suo boia, Il sospetto e La promessa. Nel fumetto c'è un personaggio secondario che ha il nome e l'aspetto del romanziere svizzero: per mezzo di questa citazione Sclavi ha fatto sapere ai lettori che l'opera di Dürrenmatt rientra fra i suoi interessi.
Ne La promessa Dürrenmatt sostiene che i detective deduttivi (di cui Sherlock Holmes è uno dei capostipiti assieme all'August Dupin di Edgar Allan Poe) riescono a mettere a segno le loro incredibili deduzioni logiche perché vivono in un Mondo semplificato rispetto a quello reale. Nella complessità della realtà il caso potrebbe insinuarsi e condizionare le indagini, e se le condizionasse in modo negativo porterebbe il detective a fallire.
Proprio il caso e il fallimento sono due temi fondamentali nel Dylan Dog di Tiziano Sclavi, come ho dimostrato nel mio libro citando numerosi e rilevanti esempi (Ombre, Inferni, lo stesso Le notti della luna piena e altri).
Il caso e l'allontanamento dal detective deduttivo sono utilizzati da Dürrenmatt e da Sclavi come metafora dell'impossibilità di una conoscenza scientifica oggettiva, resa vana dalle scoperte di Werner Heisenberg e altri scienziati nel campo della fisica.
Deriva da questo quadro generale l'impossibilità, secondo Sclavi, di poter dire cosa è la realtà. Spesso in Dylan Dog cade il confine fra la realtà e il sogno o la finzione: da questo punto di vista i fumetti più interessanti sono Storia di Nessuno, Sogni e Morgana.
Il confronto fra Dylan Dog e Sherlock Holmes e l'analisi dei temi della casualità, del fallimento e dell'impossibilità di dire cosa è reale occupano solo quattro capitoli su dodici. Gli altri otto capitoli del libro sono dedicati alla creazione di Dylan Dog, all'orrore, alla struttura della serie e ad altri argomenti.
Nel capitolo dedicato all'orrore ho spiegato cosa intende Sclavi per “mostro”, ho parlato dello splatter, inizialmente presente in maniera massiccia e poi sempre più rarefatto, e ho dato spazio a episodi come Johnny Freak, Memorie dall'invisibile, La casa degli uomini perduti e Caccia alle streghe.
Nel capitolo sulla struttura della serie ho tentato di spiegare le trame complicatissime di Morgana e Storia di Nessuno, ho passato in rassegna tutti i fumetti nei quali Sclavi ha raccontato il passato di Dylan Dog (non solo numeri ad hoc come Il lungo addio, Finché morte non vi separi e Il lago nel cielo ma anche molti dei primi episodi della serie) e mi sono interrogato sul rapporto fra Xabaras e Dylan Dog (risposta: Xabaras non è il padre di Dylan Dog!).
Oltre ai dodici capitoli ci sono tre appendici di cui una è un'intervista inedita a Tiziano Sclavi.
Il libro si apre con una presentazione generale dello scrittore, del personaggio e della serie (i primi tre capitoli sono dedicati alla genesi di Dylan Dog, all'orrore e alla struttura della serie) e prosegue con capitoli dedicati ad analisi più specifiche e puntigliose. Dal momento che l'opera di Sclavi è ricchissima di citazioni ho deciso di utilizzare principalmente (c'è qualche eccezione) le opere citate come strumenti per capire Dylan Dog.
Buona lettura!

Bonelli aumenta il prezzo dei mensili da 2,90 a 3,30 euro?


Dragonero è il titolo di una nuova serie mensile della Sergio Bonelli Editore che uscirà in giugno. Nel forum non ufficiale dedicato al personaggio si legge che "Il prezzo dell’albo è di 3,30 Euro".

Dragonero sarà un mensile di 94 pagine in bianco e nero. Fino ad oggi i fumetti con queste caratteristiche hanno avuto un prezzo di copertina di 2,90 euro. In giugno ci sarà un aumento generalizzato dei prezzi dei fumetti pubblicati dalla casa editrice milanese? Per il momento nel sito della Sergio Bonelli Editore non ci sono notizie al riguardo.

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