giovedì 22 settembre 2011

I nuovi fumetti dei Peanuts sono un tradimento della volontà di Charles M. Schulz?


L'ultima tavola domenicale dei Peanuts (13 febbraio 2000)


"Cari amici,
ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi 50 anni. E' stata la realizzazione di un sogno che avevo fin da bambino.
Sfortunatamente non sono più in grado di mantenere le scadenze richieste da una striscia quotidiana. La mia famiglia non vuole che i Peanuts siano continuati da qualcun altro, perciò annuncio il mio ritiro.
Sono grato per la fedeltà dei nostri editori e per il meraviglioso amore e supporto espresso dai lettori della striscia in tutti questi anni.
Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy... come potrò mai dimenticarvi..."

Con queste parole il 13 febbraio 2000 Charles M. Schulz metteva la parola fine alla striscia Peanuts.

Eppure nel 2011 Boom! Studios ha pubblicato un fumetto inedito dei Peanuts (qua ci sono alcune tavole) e ha messo in cantiere una serie mensile che esordirà in novembre.


La notizia della pubblicazione di questi fumetti (e della traduzione italiana da parte di Bao Publishing) ha indignato autori e addetti ai lavori (vedi i commenti che sono stati scritti qua, qua e qua), che ritengono un'operazione di questo tipo un tradimento della volontà di Charles M. Schulz.

Davvero la volontà di Schulz è stata tradita? Penso proprio di no...
Va ricordato innanzitutto che negli anni '50 e '60 Schulz permise la creazione di fumetti dei Peanuts da parte di altri autori. Dell Comics pubblicò diversi fumetti in formato comic book lunghi dalle 4 alle 8 pagine realizzati da Jim Sasseville e Dale Hale. In questo sito c'è un fumetto di Sasseville. Inoltre Schulz è stato sempre favorevole allo sfruttamento (in senso lato) artistico dei Peanuts, acconsentendo per esempio alla realizzazione di cartoni animati e libri per bambini. Che altri "facessero" i Peanuts - nei fumetti o in altri campi - era normale per Schulz.



E allora perché Schulz non voleva che i Peanuts venissero continuati da qualcun altro?
Secondo me Schulz distingueva fra la striscia - i "suoi" Peanuts - e tutto il resto, dai cartoni animati e i fumetti estranei alla striscia allo sterminato merchandising. Mettere fine alla striscia, impedendo che altri la continuassero, significava sottolineare come quell'opera e quei personaggi fossero inscindibili dall'autore, e quanto Schulz si sentisse legato a Charlie Brown, Snoopy e agli altri personaggi.
Schulz non voleva tenere i Peanuts per sé ma evidenziare l'unicità di quello che aveva fatto per cinquanta anni, legandolo al suo nome e impedendo che un po' alla volta venisse annacquato da altri autori.

Illustrazione di Jess Harrold

Lista di risorse sui Peanuts.

Le critiche di chi si è scandalizzato perché Boom! Studios pubblica nuovi fumetti dei Peanuts sono viziate dalla nostra abitudine all'eccessiva lunghezza della legge sul diritto d'autore. Che un autore senta la propria opera come sua (e decida come pubblicarla e se farla o non farla proseguire da altri) è normale e giusto. Che la collettività un po' alla volta voglia assimilare l'opera (e qualcuno decida di proseguirla a prescindere dalla volontà dell'autore) è altrettanto normale e giusto. Con i Peanuts sta già succedendo dal giorno successivo alla chiusura della serie: il volume della Boom! Studios non è la prima opera sui Peanuts da quando Schulz ha chiuso la serie. Ne ho parlato in questo articolo.
E' lo stesso discorso che avevo fatto al tempo del gossip su Watchmen 2.

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