mercoledì 6 ottobre 2010

Sandokan nella collana I grandi clas­sici di Hugo Pratt


Il seguente articolo è stato pubblicato nel sito Lo Spazio Bianco. Lo ripropongo su House of Mystery in occasione dell'uscita di un volume dedicato a Sandokan nella collana I grandi clas­sici di Hugo Pratt allegata a Cor­riere della Sera e Gaz­zetta dello Sport.


Sandokan di Mino Milani e Hugo Pratt.

Nel 1969 la reda­zione del Cor­riere dei Pic­coli pro­pose a Mino Milani e Hugo Pratt di rea­liz­zare una ver­sione a fumetti del romanzo Le tigri di Mom­pra­cem di Emi­lio Sal­gari. Hugo Pratt dise­gno’ solo 52 stri­sce, cor­ri­spon­denti a 26 pagine della rivi­sta, per poi smet­tere di inte­res­sarsi all’adattamento del romanzo sal­ga­riano.
All’epoca Pratt era in piena ascesa e il suo stile era per­fet­ta­mente bilan­ciato fra il gusto per il det­ta­glio e la ricerca della sin­tesi che col pas­sare degli anni si sarebbe fatta sem­pre piu’ intensa. Una bal­lata del mare salato, il fumetto corale uscito a pun­tate nel 1967 nella rivi­sta Sgt. Kirk, si era impo­sto all’attenzione del pub­blico e il per­so­nag­gio prin­ci­pale – Corto Mal­tese – dopo averne mono­po­liz­zato le pagine invo­cava nuove avven­ture. La ten­ta­zione di ren­dere Corto Mal­tese pro­ta­go­ni­sta di un ciclo di rac­conti brevi era troppo allet­tante per Hugo Pratt e cosi’ l’autore vene­ziano accon­senti’ alla pro­po­sta di Geor­ges Rieu di col­la­bo­rare con la neo­nata rivi­sta Pif Gad­get, dove, a par­tire dal 1970, appar­vero Il segreto di Tri­stan Ban­tam e molte altre sto­rie del gen­ti­luomo di for­tuna.
Da quel momento San­do­kan divento’ solo un ricordo sem­pre piu’ sfu­mato; la reda­zione del Cor­rie­rino ci mise poco a capire che per Pratt l’adattamento del romanzo di Sal­gari appar­te­neva al pas­sato e rinun­cio’ all’idea di com­mis­sio­nare le tavole man­canti a un altro dise­gna­tore che imi­tasse lo stile prat­tiano. Col pas­sare degli anni si per­sero addi­rit­tura le tracce delle tavole ori­gi­nali ren­dendo impos­si­bile per­fino la pub­bli­ca­zione par­ziale dell’opera, fino a quando Alfredo Castelli ha ritro­vato un menabo’ che ha per­messo di edi­tare il volume San­do­kan da parte di Riz­zoli Lizard.


Come giu­di­care il San­do­kan di Mino Milani e Hugo Pratt?
La natura di fram­mento, per di piu’ appar­te­nente alla pro­du­zione di un autore pro­li­fico che ha dise­gnato fumetti ad altis­simi livelli per decenni, rende San­do­kan un’opera rivolta prin­ci­pal­mente a chi ama Hugo Pratt e vuole cogliere qual­che sua sfu­ma­tura ine­dita, piut­to­sto che a chi si avvi­cina per la prima volta ai suoi fumetti.
In ogni caso la let­tura dell’opera offre diversi spunti inte­res­santi, a par­tire dal vezzo di Hugo Pratt di ritrarre se stesso e la moglie Anne Fro­gnier, che aveva pre­stato il pro­prio volto anche a Anna della giun­gla, nei panni di Yanez e della mera­vi­gliosa Marianna. Yanez, oltre che a Pratt, asso­mi­glia mol­tis­simo a Corto Mal­tese; forse la pre­senza sotto men­tite spo­glie del mari­naio con l’orecchino sug­ge­ri­sce la voglia di Hugo Pratt di non con­fi­nare nelle pagine della Bal­lata quello che in futuro diven­tera’ il suo per­so­nag­gio piu’ famoso.


Al di la’ di que­ste con­si­de­ra­zioni di colore vanno messe in evi­denza alcune scelte sti­li­sti­che par­ti­co­lar­mente felici. Mi rife­ri­sco alla scena del com­bat­ti­mento fra San­do­kan e la tigre (pag. 45 e 46), ritratta da Pratt piu’ come una danza che come una scena d’azione, all’attenzione per i ricami dell’abito di San­do­kan e per alcuni det­ta­gli dei fon­dali (pag. 20, vignette 3 e 4), al modo in cui e’ dise­gnato il covo dei pirati sull’isola di Mom­pra­cem [1] e alla fisio­no­mia data al pro­ta­go­ni­sta del fumetto.
San­do­kan e’ un malese con gli occhi fem­mi­nili e stra­bici e una con­for­ma­zione cra­nica che ricorda quella di Raspu­tin. “Per la prima volta San­do­kan aveva i tratti e l’acconciatura di un prin­cipe malese, e non di un indiano vaga­mente occi­den­ta­liz­zato come lo voleva l’iconografia tra­di­zio­nale fin dai primi dise­gni di Alberto Della Valle e Pipein Gamba del 1900.“[2]
L’aspetto prin­ci­pale del fumetto e’ la carat­te­riz­za­zione di San­do­kan.


A dif­fe­renza di Una bal­lata del mare salato, nata come opera col­let­tiva e solo suc­ces­si­va­mente diven­tata uno dei capi­toli prin­ci­pali delle avven­ture di Corto Mal­tese, San­do­kan ha fin dall’inizio la pre­cisa iden­tita’ di fumetto avven­tu­roso mono­po­liz­zato dal pro­ta­go­ni­sta che da’ il nome alla serie. Se nella Bal­lata l’introduzione per bocca dell’Oceano Paci­fico dava la misura di quanto fos­sero pic­coli al suo cospetto gli uomini che lo affron­ta­vano a bordo di bar­che para­go­nate a gusci di noce, in San­do­kan avviene il con­tra­rio.
“Quale con­tra­sto! Al di fuori l’uragano e qua io! Chi e’ il piu’ tre­mendo?”, (si) chiede San­do­kan. Non c’e’ l’Oceano che da’ “una spaz­zo­lata a tutto e a tutti” ma un per­so­nag­gio cari­sma­tico di fronte al quale si pie­gano per­fino le forze della natura. Pro­ba­bil­mente nasce da qui l’idea di dise­gnare il covo di San­do­kan come ha fatto Pratt (pag. 15, seconda vignetta): San­do­kan e’ solo un uomo e il suo covo e’ solo una capanna, eppure il mare potra’ “spol­ve­rare via tre o quat­tro isole” ma non Mom­pra­cem.
Nel romanzo San­do­kan e’ descritto cosi’: “Si sca­glio’ innanzi come un toro ferito, si aggrappo’ alla bocca di un can­none, si isso’ sul ponte della giunca e si pre­ci­pito’ fra i com­bat­tenti con quella pazza teme­ra­rieta’ che tutti ammi­ra­vano”. Impos­si­bi­li­tati a ricor­rere a passi di que­sto tipo per via della neces­sita’ di sin­tesi impo­sta dal fumetto, Milani e Pratt fanno in modo che siano le escla­ma­zioni e le azioni di San­do­kan a carat­te­riz­zarlo.
Se il fram­mento che ci e’ giunto puo’ solo dare un’idea di quella che potrebbe essere stata una grande avven­tura, e’ pero’ suf­fi­ciente per­che’ dalle sue pagine affiori un per­so­nag­gio capace di pas­sioni intense come l’attrazione per una donna che non ha mai visto e di azioni tanto teme­ra­rie da scon­fi­nare nella pazzia.

Note
[1] Clau­dio Gallo scrive che “la fonte di ispi­ra­zione della ver­sione a fumetti” non sarebbe il romanzo di Sal­gari bensi’ “un raris­simo copione della ridu­zione tea­trale di Fran­ce­sco Ser­ra­valli (1890)”. Clau­dio Gallo, “Il fumetto d’ispirazione sal­ga­riana”, in Mino Milani e Hugo Pratt, San­do­kan, Riz­zoli Lizard, Milano, 2009, pag. 74. Tutti i det­ta­gli elen­cati fanno pen­sare a un’influenza della ridu­zione tea­trale; ma e’ un’ipotesi da veri­fi­care.
[2] Alfredo Castelli, “Se vuoi, que­sta non la rac­conto”, in Mino Milani e Hugo Pratt, San­do­kan, Riz­zoli Lizard, Milano, 2009, pag. 6.

San­do­kan
di Mino Milani e Hugo Pratt
Rizzoli-Lizard, 2009
80 pagg. b/n cart.
Euro 25,00

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