mercoledì 16 giugno 2010

La pagina bianca di Repubblica (seconda parte)

Clicca qua per leggere la prima parte.

Tornando al problema della libertà di stampa, lo stesso art. 21 della Costituzione, dopo avere sancito la libertà di stampa (e non solo) nei primi due commi della norma ("Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure"), prevede che siano "vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume".
Lo scoglio più grande contro il quale si infrange la libertà di stampa è costituito dall'art. 15 della Costituzione: "La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili".
Quindi non c'è nulla di scandaloso nel fatto che la libertà di stampa venga limitata:
una tutela assoluta della libertà di stampa implicherebbe il disinteresse assoluto per altri diritti costituzionali. Un discorso onesto non dovrebbe riguardare il "se" della limitazione della libertà di stampa ma il "quanto".
Tra l'altro nel 2008 il PD si è chiesto "quanto" limitare la libertà di stampa per bilanciarla con il diritto alla riservatezza ed è giunto alla seguente conclusione: "Il divieto assoluto di pubblicazione di tutta la documentazione relativa alle intercettazioni e delle richieste e delle ordinanze emesse in materia di misura cautelare fino al termine dell’udienza preliminare, e delle indagini, serve a tutelare i diritti fondamentali del cittadino e le stesse indagini, che risultano spesso compromesse dalla divulgazione indebita di atti processuali."

La prova del 9 della mancanza di onestà di Repubblica si trova in un articolo pubblicato ieri sera nell'edizione on line. L'articolo riguarda i festeggiamenti di Radio Padania per il goal del Paraguay. Il giornalista scrive:
"(...) l'europarlamentare Matteo Salvini, direttore del palinsesto di Radio Padania, giustifica pienamente l'atteggiamento: "Non c'è nessun articolo della Costituzione che obbliga a tifare per qualcuno - sottolinea -. Noi tifiamo per chi gioca meglio". E quindi, ipoteticamente anche per l'Italia: "Soprattutto se segna un milanista: Gattuso, Zambrotta, o se segna Marchisio". Sarà. Ma il diritto italiano parla chiaro: se la libertà di parola è basilare, l'incitamento all'odio nazionale costituisce reato..."
Libertà di stampa a tutti i costi sì, ma solo quando fa comodo...
Tra l'altro non so cosa sia "l'incitamento all'odio nazionale". Esiste?

Non è detto però che la legge bavaglio sia legittima. Non ho voglia di dire come la penso perché l'argomento non mi interessa molto.
Ne ho parlato per due motivi:
- la mia passione per le cose bianche;
- la prima pagina di Repubblica assomiglia alla copertina del romanzo Non è successo niente di Tiziano Sclavi. Se non ricordo male un quotidiano con la prima pagina bianca dovrebbe essere apparso anche in un fumetto di Dylan Dog.

6 commenti:

  1. Per quanto riguarda la riservatezza e il divieto di pubblicazione durante l'indagini sono pienamente d'accordo visto che i media hanno contribuito grandemente allo sputtanamento generale. Non sono ivece d'accordo con il privare la Magistratura e la Polizia dello strumento delle intercettazioni. Avete notato che tutti i politici e non solo si preoccupano di essere intercettati e nessuno prende posizione sui contenuti delle intercettazioni, in pratica, della corruzione, concussione, peculato e quant'altro emrge dalle intercettazioni non gli frega niente tanto che un Ministro ha detto che ricevere regali è normale. Per quanto mi riguarda sarebbe più normale "impiccarlo"

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  2. mi spiace, luigi, ma non sono per nulla d'accordo con te.

    libertà di stampa non significa poter scrivere incondizionatamente quello che si vuole, ma poter informare il pubblico, senza timori di censure preventive, di ogni fatto che potrebbe essere socialmente rilevante.
    e infatti questo la legge GIA' lo considera, tutelando le eventuali vittime di abusi della libertà di informare (vedi legge sulla privacy).

    ad esempio, pubblicare intercettazioni su fatti privati è GIA' un reato, e benchè qualche giornale lo abbia fatto (mi par di ricordare ad esempio un caso del genere a proposito degli sms d'amore tra anna falchi e ricucci), questo non significa che potesse farlo - d'altronde, non vengono forse violate ogni giorno migliaia di leggi che già esistono? ma è proprio per questo che ci sono i tribunali.

    al contrario, pensa al recente caso scajola. in quel caso, le intercettazioni che hanno scatenato lo scandalo non erano forse di interesse pubblico, dal momento che implicavano un ministro della repubblica in questioni losche di favori e favorini? e chissà quante intercettazioni compromettenti riguardano i politici del PD, da cui alle dichiarazioni del 2008 che citavi.
    visto che tu stesso parli di bilanciamento dei diritti, non trovi che in questo caso il diritto ad informare superasse quello alla "segretezza della corrispondenza"?

    per cui, al contrario di te, non vedo malizia nell'editoriale di repubblica. perchè "libertà di accedere alle informazioni" non ha mai significato poter analizzare indiscriminatamente ai raggi x la vita di tutti. il "bilanciamento" in questo caso c'è già!
    e non vedo contrasti nemmeno con le critiche di repubblica alla padania: lì il problema non è legato alla libertà di stampa (= di informare su fatti concreti di interesse pubblico) ma, come esplicitato nel frammento di testo che tu stesso hai citato, alla libertà DI PAROLA, che è tutt'altra cosa. e lo sai ;)

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  3. trovo che il comportamento di repubblica sia chiaro, onesto e corretto. La nuova legge limiterà la libertà di stampa (oltre che gli strumenti di indagine di magistrati e forze dell'ordine) con il falso paravento della tutela della privacy. Come osserva il precedente commentatore, già oggi la privacy di un cittadino è protetta dalla stampa: esiste una legge precisa e dei magistrati cui ricorrere. Invito l'autore del blog a leggere gli articoli di Rodotà, sempre su Repubblica, che di privacy se ne intende, e il suo lucido giudizio riguardo ala legge bavaglio. Non riscontrare che sia una legge ad hoc per tutelare interessi privati di pochi è un grande abbaglio

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  4. Forse non è del tutto chiaro che "La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili" è già una legge dello stato... Qui si vuole vietare la pubblicazione di "atti processuali".

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  5. Alla fine dell'articolo ho scritto:
    "Non è detto però che la legge bavaglio sia legittima. Non ho voglia di dire come la penso perché l'argomento non mi interessa molto."

    Sono stato poco chiaro?

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  6. secondo me non è un problema di mancata chiarezza da parte tua. è che è impossibile rispondere al tuo commento senza entrare un minimo nel merito della legge, visto che il tema dell'articolo di repubblica che criticavi era appunto quello.

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